Spesso mi trovo di fronte a genitori che mi dicono: “Non so più cosa fare con mio figlio, con mia figlia”, e mi raccontano di adolescenti apatici, svogliati, senza energia.
Quello che posso constatare, è che la fase che si definiva una volta adolescenza è come se non ci fosse più. I ragazzi, a volte lasciati soli, trovano sicurezza all’interno del “branco” e cercano di crescere in fretta, saltando qualche tappa.
Se aggiungiamo poi che sovente, in particolare le ragazze, compensano le varie tensioni e i vari stress con l’alimentazione, vediamo sempre più frequentemente casi di bulimia e anoressia. Ma sappiamo tutti che questi eccessi non si limitano solo all’alimentazione, e che il ricorso al fumo, all’alcool e alle sostanze stupefacenti nascondono sempre degli stress profondi non risolti.
Il coach ovviamente non è un medico e non si sostituisce né allo psicologo né all’esperto nutrizionista; può però essere uno straordinario supporto per sbloccare situazioni irrisolte e velocizzare il recupero.
Una delle tematiche più delicate è la difficoltà per l’adolescente di accettarsi per come è, nella sua unicità, perché troppo influenzato e condizionato dai modelli che gli arrivano, sia dai media, sia dalla famiglia stessa.
Il coach, attraverso un confronto costruttivo con il ragazzo, rispettando le sue scelte e i suoi tempi, gli permette di ritrovare innanzitutto se stesso, condizione fondamentale per affrontare le sfide della vita.
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